Titolo della ricerca

Identificazione precoce di co-patologia con la malattia a corpi di Lewy nella malattia di Alzheimer giovanile.

Biografia

Simone Baiardi è un neurologo che svolge la propria attività presso l’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. Si è formato presso l’Università di Bologna, dove ha approfondito lo studio delle malattie neurodegenerative con il prof. Piero Parchi e si è poi perfezionato nel corso del dottorato di ricerca in neuropatologia presso il Department of Pathology and Laboratory Medicine dell’Indiana University. Svolge attività assistenziale al CDCD dell’Ospedale Bellaria di Bologna, dove si occupa di un ambulatorio per i disturbi cognitivi a esordio giovanile, e presso il Laboratorio di Neuropatologia. I suoi interessi di ricerca sono volti principalmente allo sviluppo e utilizzo di nuovi biomarcatori di laboratorio per caratterizzare i disturbi neurocognitivi sin dalla fase prodromica e le correlazioni tra fenotipo clinico e substrato neuropatologico e molecolare delle malattie neurodegenerative.

Il progetto di ricerca

La malattia a corpi di Lewy, caratterizzata da accumulo della proteina alfa-sinucleina (α-syn), è la principale co-patologia riscontrata a livello autoptico nei pazienti con Alzheimer (30-50%). Sebbene nella popolazione generale la prevalenza di tale malattia aumenti con l’età, la presenza di α-syn è stata sorprendentemente riscontrata in giovani individui affetti da Alzheimer ereditario. Il principale obiettivo di questo studio pilota è di valutare comparativamente la prevalenza di malattia a corpi di Lewy in pazienti con Alzheimer di età inferiore (=esordio giovanile) o superiore ai 65 anni mediante un nuovo saggio di laboratorio ultrasensibile, denominato α-syn RT-QuIC, nel liquido cerebrospinale. Verranno inoltre ricercate differenze cliniche, genetiche e laboratoristiche tra i soggetti risultati positivi al test (che hanno entrambe le malattie) e quelli negativi (che hanno solo Alzheimer), che possano indicare fattori predisponenti e aiutare i medici nel sospettare la presenza dell’associazione tra le due patologie.