AGYR2022-Alessia-Vignoli

Titolo della ricerca

Analisi metabolomica mediante risonanza magnetica nucleare del siero di pazienti con demenza o pre-demenza, al fine di predire l’evoluzione della malattia di Alzheimer.

Biografia

Alessia Vignoli consegue con lode la laurea magistrale in Scienze Chimiche (curriculum: Chimica delle Molecole Biologiche) presso l’Università degli Studi di Firenze nel 2014. Nello stesso anno vince, presso la stessa Università, una borsa di dottorato in International Doctorate in Structural Biology e consegue il PhD con lode nel 2017.
È stata post-doctoral fellow (2018) sotto la supervisione del Prof. Luchinat e vincitrice (2019-2020) di una AIRC fellowship presso il CERM/CIRMMP. Dal febbraio 2021 è assegnista presso il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Firenze.
Nel 2022 riceve il premio GIDRM Under 35.
Fin dall’inizio della sua giovane carriera accademica, i suoi interessi scientifici si sono concentrati sulla caratterizzazione della composizione chimica di matrici complesse come i biofluidi mediante spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR). È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche focalizzate sulle applicazioni in ambito medico, inclusa la malattia di Alzheimer, della metabolomica basata sull’NMR a fini diagnostici e prognostici.

Il progetto di ricerca

Lo studio MEDEA si propone di studiare il profilo metabolomico sierico dei pazienti con malattia di Alzheimer (AD). Lo studio sarà condotto, in collaborazione con il Dr. Tenori, presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze nei laboratori del CERM/CIRMMP.
Lo studio recluterà 90 pazienti che coprono l’intero spettro del deterioramento cognitivo dal decadimento cognitivo lieve in assenza di AD alla demenza dovuta ad AD. Un campione di siero di sangue sarà raccolto da ciascun paziente e analizzato mediante spettroscopia NMR.
Noi ipotizziamo che le alterazioni metaboliche presenti a livello del sistema nervoso centrale possano riflettersi a livello sistemico nel siero dei pazienti con AD e che dunque MEDEA possa fornire informazioni cruciali sulle cause metaboliche alla base dell’AD. L’identificazione di queste alterazioni sarebbe fondamentale per pianificare possibili interventi futuri in grado di prevenire o rallentare la progressione dell’AD. Inoltre, la possibilità di trovare nuovi biomarcatori periferici potrebbe fornire un modo minimamente invasivo per diagnosticare l’AD nella sua primissima fase o per valutare la prognosi dei pazienti.