In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, Airalzh Onlus – l’unica associazione in Italia che promuove e sostiene su tutto il territorio la ricerca medico-scientifica sulla malattia dell’Alzheimer e le altre forme di demenza – conferma il suo impegno a favore della ricerca e della sensibilizzazione verso questa importante patologia presentando i risultati delle ricerche nel campo delle nuove tecnologie non invasive per la diagnosi e il trattamento delle fasi precoci dell’Alzheimer.
I giovani ricercatori della rete Airalzh Onlus, impegnati nella lotta contro questa terribile malattia, lavorano già da tre anni su diversi progetti nei centri d’eccellenza di tutta Italia, grazie anche ai molti sostenitori tra cui Coop.
Se è vero che per sconfiggere l’Alzheimer un trattamento definitivo ancora non esiste, è altrettanto vero che agendo precocemente sui primi sintomi della malattia è possibile rallentare il suo progresso, aumentare l’aspettativa e migliorare la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie.
“L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che progredisce gradualmente, iniziando con una lunga fase silenziosa prima che compaiano i sintomi. Perfezionare le metodiche di diagnosi precoce diventa quindi fondamentale per distinguere correttamente l’Alzheimer dalle altre forme di demenza e sottoporre i pazienti alle cure più adeguate quando i sintomi sono ancora lievi” afferma la dott.ssa Alessandra Mocali, biologa ricercatrice e Prof. Agg. in Patologia Generale, sez. Patologia e Oncologia Sperimentali dell’Università degli Studi di Firenze, nonché Presidente Airalzh.
La ricerca nel campo della demenza non è solo necessaria ma rappresenta un obbligo sociale indispensabile – considerato anche il peso economico di questa malattia – per capire le cause e i percorsi di sviluppo della malattia, per la sua diagnosi, prevenzione e trattamento.
“Un trattamento che ritardi il tasso di progressione della malattia del 50% comporterebbe una diminuzione dei malati negli stadi avanzati della malattia, con conseguente miglioramento del livello di vita per molti malati, sia quantitativamente che qualitativamente. In particolare, un trattamento nelle prime fasi della malattia potrebbe dimezzare i costi totali dell’assistenza per la patologia secondo uno studio condotto da European Brain Council da 22.000 a 12.406 euro per malato l’anno”, conferma la prof.ssa Monica Di Luca, Professore Ordinario di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano, Presidente di European Brain Council (EBC) nonchè Vice Presidente di Airalzh Onlus.
E’ per questo che i ricercatori Airalzh si concentrano sulla ricerca di nuove tecnologie non invasive per la diagnosi e il trattamento delle fasi precoci dell’Alzheimer. Alcune di queste ricerche sono state presentate sabato 14 settembre presso Alzheimer Fest a Treviso.