Ambito di ricerca
Biografia
Laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche (LM-9), presso l’Università degli Studi di Firenze, ha svolto tesi magistrale e attività di tirocinio formativo nel laboratorio di Nefrologia della Prof.ssa Paola Romagnani, a cui è conseguita una borsa di ricerca post-laurea finalizzata all’analisi del profilo genetico del DNA libero circolante, estratto da biopsia liquida, come marker tumorale. Successivamente, sempre presso il laboratorio di Nefrologia afferente all’ospedale pediatrico Meyer, ha collaborato al progetto di ricerca SMART per la messa a punto di una strategia di medicina personalizzata per la diagnosi e la terapia delle malattie renali nei bambini, in particolare a studi sul ruolo dell’epigenetica nelle patologie renali in colture di progenitori renali differenziati a podocita o a cellula tubulare. Al termine, ha conseguito una borsa di ricerca presso il laboratorio di Neurogenetica del Prof. Renzo Guerrini, afferente all’ospedale pediatrico Meyer, con lo scopo di contribuire a definire le basi genetiche nei pazienti con encefalopatie dello sviluppo, medianti analisi di NGS. Attualmente si occupa dello studio genetico ed epigenetico della malattia di Alzheimer presso il laboratorio di Neurogenetica della Prof.ssa Nacmias, con Responsabile il Prof. Sandro Sorbi.
Il progetto di ricerca
L’Alzheimer è un disordine neurodegenerativo progressivo che affligge 50 milioni di persone nel mondo, per il quale non c’è cura o un trattamento efficace. La causa dell’Alzheimer non è nota, ma probabilmente nasce da una combinazione di fattori genetici, biochimici e ambientali. Il 95% dei pazienti ricoverati in ospedale è affetto dalla forma sporadica, caratterizzata da un esordio tardivo. L’isoforma ?4 dell’apolipoproteina E (ApoE4) è stata identificata come il più forte fattore di rischio genetico per la forma sporadica. Molti geni sono stati identificati come fattori di rischio, ma studi discordanti sui gemelli monozigoti affetti da malattia di Alzheimer suggeriscono che altri fattori contribuiscono allo sviluppo della malattia. Meno dell’1% dei pazienti ha una forma familiare, con ereditarietà autosomica dominante e un’età molto precoce di insorgenza.
In questo gruppo troviamo mutazioni nei geni che codificano per il precursore della proteina beta-amiloide (APP), Presenilina 1 (PS1) e Presenilina 2 (PS2). Più di 350 diverse mutazioni di PSEN1, PSEN2 e APP sono state descritte fino ad oggi nei pazienti con malattia di Alzheimer familiare (FAD), alcune con penetranza incompleta che portano all’eterogeneità fenotipica. I cambiamenti epigenetici, in particolare la metilazione del DNA, svolgono un ruolo fondamentale nell’invecchiamento cerebrale e nell’alzheimer. La metilazione del DNA può essere influenzata da fattori ambientali, come lo stile di vita, dieta e genere. Si ipotizza, perciò, che essa possa contribuire all’eterogeneità fenotipica. Pertanto, l’obiettivo principale del progetto sarà identificare le famiglie portatrici di mutazioni FAD non completamente penetranti e valutare il ruolo della metilazione del DNA nella manifestazione della malattia.